BERLINO – Si è conclusa domenica 28 luglio la Summer Edition del Berliner Wein Trophy 2019. Secondo le prime indiscrezioni, che anticipano la pubblicazione ufficiale dei risultati attesa per l’inizio di settimana prossima, i vini italiani escono a testa alta da Berlino.
Quattro le Gran Gold medals (Gran Medaglie d’oro) assegnate ai vini del Bel paese, su un totale di 385 vini italiani a medaglia. Si tratta per lo più di rossi, in parte affinati in legno, Doc e Docg. L’Italia figura al secondo posto tra i Paesi più premiati, con un ottimo 36%. Domina la classifica la Spagna, col 38%. Terzo gradino del podio per la Germania, con il 31% dei campioni inviati alla Summer Edition del Berliner 2019.
Germania (1.460), Italia (1.397) e Spagna (821) sono anche i tre Paesi che hanno inviato più vini al concorso, sottoponendoli alla degustazione alla cieca di 190 giudici provenienti da 32 nazioni.
L’Italia, con la Puglia, si trova al secondo posto anche nella graduatoria delle regioni più rappresentate nei panel. In testa la Mosella e a seguire la Rheinhessen, ovvero l’Assia Renana, la regione viticola più vasta della Germania.
Interessanti anche le prime indiscrezioni sulle varietà più premiate. Si tratta pressoché di vitigni internazionali. Al primo posto lo Chardonnay, seguito dal Riesling e dal Sauvignon Blanc. Tempranillo, Cabernet Sauvignon e Merlot per le uve rosse.
I NUMERI DEL BERLINER 2019
Più in generale, sono stati 6,372 i vini presentati complessivamente alla Summer Edition del Berliner Wein Trophy 2019, l’11,7% dei quali risultano certificati Bio. Da regolamento, sono stati premiati fino al 30% dei campioni: 1.912.
Diciannove le Grand Gold medals, 1.581 le Gold medals (oro), 320 le Silver medals (argento). In totale sono stati giudicati 5.770 vini fermi, 465 spumanti e 51 liquori e vini fortificati.
Come sempre, l’evento è stato realizzato con i più alti standard di qualità richiesti da organizzazioni internazionali come Oiv, Uioe o Vinofed. In questa edizione, il team di Deutsche Wein Marketing voleva “andare oltre” e ha introdotto alcuni miglioramenti tecnici, come la scansione attiva e il monitoraggio dei vini durante l’intero processo.
Grazie a questi miglioramenti, il Berliner Wein Trophy è uno dei pochi concorsi enologici al mondo che può dichiarare inequivocabilmente che il margine di errore è quasi dello 0% (ogni procedura del Berliner Wein Trophy è verificata anche da un team di notai).
“Tutte queste misure – sottolinea Peter Antony, Ceo di Deutsche Wein Marketing – non solo hanno un impatto positivo sulla nostra produttività, ma rafforzano anche la fiducia che i partecipanti ripongono in noi. Alla fine, sia loro che noi cerchiamo lo stesso obiettivo: la soddisfazione del cliente“.
“Vogliamo che la nostra medaglia rappresenti la qualità e la fiducia in modo tale che quando un consumatore sceglie un prodotto con la medaglia Berliner Wein Trophy nel negozio di vini o nell’enoteca online, lo faccia senza temere di sbagliare”, concloude Antony.
UN CONCORSO CHE CRESCE
E pensare che tutto è iniziato quasi per gioco, negli anni Novanta, tra quattro amici esperti di vino che si ritrovavano a degustare in un ristorante di Berlino. Quei momenti di convivialità hanno poi assunto carattere tecnico ufficiale. Sino a diventare il maggiore concorso vinicolo internazionale patrocinato da Oiv e Uioe.
“I vini in degustazione al Berliner Wein Trophy – commenta Wolfgang Haup, vice presidente di Vinofed e a capo del comitato direttivo del BWT – sono in vendita ai prezzi più svariati al supermercato o in enoteca e nella ristorazione. Si parte dai 2 euro, fino a raggiungere o superare i 20 euro”.
“Il successo del concorso – continua Haup – è dimostrato dai numeri. Se prendiamo come riferimento la prima edizione estiva del BWT nel 2010, con oltre 1.200 vini degustati, le cifre mostrano oggi un aumento di quasi il 500%. Ciò colloca la competizione berlinese tra i primi 5 concorsi enologici in tutto il mondo, con oltre 13.600 vini presentati solo nel 2019, sommando l’edizione invernale a quella estiva”.
Positive le impressioni di Simone Lot, giovane enologo veneto della cantina Val De Cune (TV) che ha partecipato alla Summer Edition 2019 come giurato: “Un concorso che brilla per l’organizzazione impeccabile, ma è giusto anche dire che ci sono ampi margini di miglioramento riguardo ai risultati dei panel, dove si potrebbe e dovrebbe premiare un po’ più la tipicità del vitigno, oltre alla piacevolezza”.
Per il degustatore Lorenzo Colombo, il successo del Berliner tra i concorsi enologici è evidente. “Quest’anno ho partecipato per la diciottesima volta come giurato e la cosa più evidente è l’aumento esponenziale dei campioni rispetto alle prime edizioni”.
“Quello che si potrebbe fare in più – continua Lorenzo Colombo – è alzare l’asticella, aumentando lo stacco tra i punteggi che determinano l’assegnazione delle medaglie, pur rimanendo nel rispetto delle regole internazionali. Porterei a 87 punti l’oro, oggi a 85, lasciando a 82 l’argento e a 92 la Gran medaglia d’oro”.
“Se tutto si riduce a rotondità e piacevolezza – aggiunge Davide Bortone, direttore di WineMag.it e Vinialsuper, tra i giurati del Berliner 2019 – a perderci più di tutti al mondo è l’immensa varietà ampelografica italiana, col conseguente livellamento dei vini internazionali, non solo dal punto di vista qualitativo ma anche e soprattutto sensoriale”.
“Ho percepito grande fierezza tra i degustatori italiani presenti al concorso – conclude Bortone – decisi a tradurre nel proprio voto ai singoli vini concetti come tipicità e terroir, sempre più centrali per lo sviluppo della viticoltura nel nostro Paese, in un mondo ormai globalizzato. D’accordo puntare sul gusto comune, ma nel rispetto della varietà”.
Emanuel Derwinger, wine business consultant proveniente dalla Svezia, dopo i quattro giorni di degustazioni alla cieca sottolinea altri pregi del Concorso. “La mia impressione generale sul Berliner è che è un concorso che riunisce giudici ben ferrati in materia, provenienti da tutto il mondo”.
“Non mi aspettavo fosse anche un banco di prova per noi stessi giudici – conclude Derwinger – chiamati a dare un voto a molti vini, tra cui alcuni entry level, che tuttavia sono quelli che beve la gente comune e che consentono a molte aziende di sopravvivere. Un’ottima occasione per riconnettere chi beve vino a chi lo vende o lo racconta”.
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